Nel corso della sua ancor breve carriera, Gili ha sempre agito cum grano salis circondandosi di musicisti capaci di aderire fedelmente al modulo jazzistico ma, al contempo capaci di aprirsi sulle infinite possibilità dell’ibridazione e dalla contaminazione sonora.

// di Francesco Cataldo Verrina //

Federico Gili è un musicista di talento con i radar ben posizionati e pronti ad intercettare le nuove istanze del jazz contemporaneo, soprattutto è sistematicamente riuscito a portare la fisarmonica, marginale e non da tutti accettata nel jazz, ad un ragguardevole livello di gradevolezza ed espressione idiomatica, capace di spogliare lo strumento a mantice da quell’aura d’antan che lo identifica con stilemi sonori da «piccolo mondo antico», assai lontani dal vernacolo afro-americana. Nel corso della sua ancor giovane carriera, ha sempre agito cum grano salis circondandosi di musicisti capaci di aderire fedelmente al modulo jazzistico ma, al contempo capaci di aprirsi sulle infinite possibilità dell’ibridazione e dalla contaminazione sonora. Il precedente album, «cantabile», edito dalla Caligola Records», era stata un esplorazione in solitaria, più intima e riflessiva, ma con «La Lanterna», album pubblicato dal Encore Music, non solo la notte dei pensieri s’illumina, ma il ritmo cresce e la collegialità ed il gioco d’insieme diventano lo spirito guida del progetto.

Il fisarmonicista descrive la sua opera così: «La lanterna» è una cena tra amici, il sorriso della persona che ami, una luce all’imbrunire. La Lanterna volante non è solo simbolo di buon auspicio, ma rappresenta anche un emblema di amicizia, amore e condivisione. Quando si fa volare una lanterna non si è mai soli: c’è sempre qualcuno al nostro fianco perché i sogni e le emozioni hanno bisogno di essere condivisi. Questo disco celebra proprio quegli incontri e quei legami che brillano come lanterne, illuminando il nostro cammino di vita. Ogni brano di questo album trae ispirazione da esperienze, incontri e momenti condivisi con persone speciali che hanno arricchito profondamente la mia esistenza. Un ringraziamento speciale va a Fabio, Ramberto e Ares per aver impreziosito questo lavoro con la loro arte e umanità. Sono cresciuto ascoltando la loro musica e avere il sostegno di tre grandi maestri è per me motivo di orgoglio. Grazie a Lorenzo, Manuel e Lorenzo, che considero tra i musicisti più talentuosi della nuova generazione jazz italiana. È un grande onore per me poter condividere con loro tanti momenti musicali: riescono ogni volta a sorprendermi con la loro incredibile energia, creatività e profonda musicalità. Ho l’immenso privilegio di poter chiamare amici questi straordinari artisti».

In questo nuovo lavoro, il musicista umbro si proietta verso qualcosa di più ambizioso coinvolgendo strumentisti affermati e giovani talenti, al fine di creare una movimentata piattaforma sonora, dilatata e dinamica, in cui impiantare le progressioni melodiche della fisarmonica. Sono scese cosi al suo fianco due generazioni di musicisti: in primis, il contrabbassista Ares Tavolazzi, ex Area, il pianista Ramberto Ciammarughi ed il chitarrista Fabio Zeppettella; dall’altra parte una collaudata terna di emergenti con i quali il fisarmonicista ha da tempo stretto un proficuo sodalizio, ossia Lorenzo Bisogno al sax, Manuel Magrini al piano e Lorenzo Brilli alla batteria. Ares Tavolazzi ne magnifica il talento: «La collaborazione con musicisti di nuova generazione è per me sempre una fonte di arricchimento musicale ed umano. Dopo aver ascoltato i brani di Federico, ho deciso di accettare il suo invito con grande piacere. Federico è una persona semplice e solare, un fisarmonicista e compositore di grande spessore, con una preparazione tecnica impeccabile ed una grande capacità di espressione, cosa non scontata su questo strumento. E’ stata un’esperienza bellissima, mi sono sentito accolto da questi giovani e talentuosi musicisti e da tutto lo staff dello studio di registrazione Entropya, con affetto, rispetto reciproco e semplicità, valori che danno un senso alla mia esistenza di musicista. A questo progetto hanno partecipato anche due fantastici musicisti, Fabio Zeppetella e Ramberto Ciammarughi, persone sensibili e profonde con le quali ho condiviso negli anni gran parte della mia vita musicale. Vorrei concludere questa breve nota, con una citazione di Federico che riassume il senso di questo lavoro: poche chiacchiere e tanta musica».

A dare la stura al disco è la title- track, «La Lanterna», proposta in formazione ridotta a tre punte: Gili, Magrini e Bisogno, dove il pianoforte fornisce un perfetto substrato armonico, su cui il sassofono e la fisarmonica intarsiano piccolo ricami melodici. Il successivo, «Magma», viene eseguito in quintetto: Gili, Tavolazzi, Ciammarughi, Bisogno e Brilli. Il tema è fluido e scorrevole e ben introdotto dalla fisarmonica che indica le coordinate del viaggio guidato dal sax di Bisogno, mentre la retroguardia non fa prigionieri. Con «Novembre» si ritorna al formato trio, ma cambiano gli attanti sulla scena: Gili, Tavolazzi e Zeppetella, mentre contrabbasso e chitarra fanno le prime donne con eleganza e maestria, a metà del guado, la fisarmonica esce dal cono d’ombra e dichiara al mondo di essere la padrona di casa. In «Choro», Gili e Mgrini si fanno promesse per l’eternità, rispolverando un vecchio stile brasiliano (il choro) antesignano della bossa. In quartetto con Gili, Tavolazzi, Brilli e Bisogno, prende forma e sostanza «I Remember Frank», un costrutto sonoro in cui Lorenzo Bisogno usa il sax come uno strumento di precisione, mentre il «vecchio» Tavolazzi si ritaglia una bella vetrina espositiva in zona Cesarini. A questo punto, fa nuovamente capolino il quintetto: Gili, Zeppetella, Magrini, Tavolazzi e Brilli alle prese con «Chorinho Pra Ila», inserito già nel precedente album «Cantabile», ma qui assume differenti connotati estrinsecando un maggiore impulso sonoro, soprattutto il composito line-up ne accentua la componente ritmica. Le sorprese non sono ancora finite. Ecco un melodioso omaggio alla canzone d’autore italiana con una rilettura per fisarmonica in solitaria, in cui Gili pennella con grazia «Almeno tu nell’universo» di Mia Martini, scritta per il Festival di Sanremo 1989 da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio. In chiusura «Toots» composta del chitarrista Fabio Zeppetella, il quale si prende la sua parte di gloria insieme Gili, Tavolazzi e Brilli, i quali dimostrano ancora coesione ed inventiva. «La Lanterna» di Federico Cili è un disco piacevole, senza particolari complicanze armoniche o esecutive, facile da fruire ma non banale nella costruzione, dove la magia del suono e della luce prendono costantemente il sopravvento trasformandosi in emozioni.