…un disco di stoffa pregiata imbastito su elegante ordito melodico-armonico, quasi una slot-machine di emozioni a getto continuo, in cui il risultato finale è sempre superiore alla somma delle singole forze in campo.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Quello fra Andrea Sabatino e Fabio Zeppetella è un morganatico artistico perfetto e musicalmente bilanciato. Nonostante il minimalismo strumentale, i due distillano una ricca gamma cromatica fitta di suggestioni e di sfumature sonore. Dopo una serie di concerti sui palchi dei più rinomati jazz club e festival italiani, i due hanno dato forma e sostanza a «Jazz Experiences», un progetto a quattro mai che sancisce e solidifica l’intesa e la comunanza di idee fra musicisti di rango dalla spiccata personalità musicale e dalle profonda sensibilità interpretativa, doti riconosciute a livello internazionale e certificate da un ricco ventaglio di collaborazioni al vertice.
in «Jazz Experiences», edito dalla Encore Music, è incentrato su sette composizioni originali con l’aggiunta di una bonus-track, sempre farina del loro sacco, dove i singoli linguaggi si fondono attraverso una simbiosi quasi mutualistica, dando corpo ad un concept intenso, seduttivo e ricco di espressività. Tutti i brani contenuti nell’album sono stati concepiti per l’occasione, tracciando le coordinate di un itinerario sonoro misurato e mai debordante, nel quale tromba e chitarra agiscono dialogicamente, innescandosi e completandosi a vicenda, sulla scorta di un interplay, composto, leggiadro, quasi sussurrato, ma vivido per inventiva e lungimiranza. Non mancano i riferimenti ad alcuni grandi maestri del passato come Jim Hall e Tom Harrell, ma le personalità dei due sodali sono così definite e marcate, al punto da fugare e cancellare ogni possibile traccia di calligrafismo o di clonazione creativa.
La finezza, l’energia, il lirismo e la fecondità espressiva del chitarrista si sostanziano in alcuni componimenti in cui campeggia la sua firma come nella ballata iniziale «A Little Angel», in cui Zeppetella affida al sodale la perifrasi narrativa, per ritagliarsi uno splendido e struggente assolo nell’intermedio. Per contro, in «Ninna Nanna per BBF», scritta da Sabatino, è il trombettista-flicornista ad offrire al partner l’onere e l’onore dell’introduzione del tema, per poi proseguire con un fraseggio limpido e carezzevole, ammantato in un involucro sonoro temperato e rassicurante che emana un piacevole calore. Frutto di una forza tranquilla, «Zio Zep», a firma Sabatino, è un moderato, ma vibrante bop, dall’inciso a presa rapida, in cui i due attanti sembrano giocare facendo leva sull’alternanza. In «A Ballad For Tom», gli animi si distendono attraverso una costruzione sonora che distribuisce tranquillità a piene mani, mentre i due strumenti sembrano farsi promesse per l’eternità. In «Canonico» è ancora l’estro compositivo di Sabatino a brillare, ma la chitarra di Zeppetella intarsia progressivamente il tracciato armonico, su cui il flicorno scivola senza attrito alcuno.
Per tutto l’album, attraverso arrangiamenti mai banali e sorprendenti improvvisazioni, sia pure mai ostentate, i due musicisti sviluppano un’atmosfera intensa, immaginifica e abbellita da una luminosità musicale, costantemente alimentata da una dinamo perpetua ed inesauribile, come confermato da «Fallin’», una ballata brunita e crepuscolare, a firma Zeppetella, in cui Sabatino secerne estratti di miele millefiori con un pathos quasi anestetizzante. Nonostante il focus idiomatico sia puntato sul jazz, il modus operandi di Sabatino e Zeppetella si distingue per una modularità che oltrepassa i confini del genere. Così la conclusiva «Little Girl» restituisce al mondo, in package dial in pronta consegna, tutta l’anima romantica e meditativa dei due compagni di viaggio, i quali pescano a strascico nei meandri della tradizione lirica mediterranea ed eurodotta. «Jazz Experiences» di Andrea Sabatino e Fabio Zeppetella, è un disco di stoffa pregiata imbastito su un elegante ordito melodico-armonico, quasi una slot-machine di emozioni a getto continuo, un viaggio immersivo a volte intimo e riflessivo, altre proiettato verso l’esterno e l’ambiente circostante, ma sempre teso a stabilire un canale privilegiato con il fruitore sul piano dell’intensità tecnica ed espressiva, in cui il risultato finale è sempre superiore alla somma delle singole forze in campo.
