// di Francesco Cataldo Verrina //

Mentre si avvia alla conclusione, il 3 settembre si chiuderà con i berlinesi Footprint Project, i nuovi alfieri dell’afro-jazz e con un tributo a Chick Corea (i cui nonni erano originari della Calabria) il Roccella Jonica Jazz Festival, denominato “Rumori Mediterranei”, per la ricchezza del programma e la scelta tematica, si conferma come uno degli eventi jazz più importanti e coerenti del mondo grazie a un legame diretto con la contemporaneità del jazz e alla sua multi-etnicità, pur non perdendo mai di vista la sapiente lezione del passato.

Le attese della vigilia sono state ampiamente contemplate: la chitarrista statunitense Mary Halvorson non ha deluso i tanti spettatori provenienti da diverse regioni per seguire il suo concerto al Teatro al Castello di Roccella Jonica, organizzato nell’ambito della XLIII edizione di Rumori Mediterranei. La chitarrista ha dimostrato di essere padrona del palco e di sapersi muovere con agilità e disinvoltura all’interno di un costrutto sonoro cucito su misura per la sua taglia artistica. Il modus operandi e la sua musica possiedono un tratto facilmente distinguibile, caratteristica che l’accomuna ad alcune figure chiave del chitarrismo jazz. Il pubblico ha dimostrato di gradire, confermando quanto sostengono le classifiche della prestigiosa rivista americana Down Beat, che parlano chiaro: “la Halvorson è una musicista ai vertici del jazz mondiale”. Questo primato se lo è guadagnato dopo aver vinto per sette anni la graduatoria dei chitarristi stilata dai critici della rivista considerata la bibbia del jazz dagli appassionati del genere. Nel 2023 la Halvorson si è vista assegnare anche il titolo di miglior compositrice per le musiche del ultimo suo doppio album, pubblicato negli Stati Uniti.

Quest’anno, il Roccella Jonica Jazz Festival ha voluto intensificare il rapporto sempre più stretto con i jazzisti italo-americani contemporanei, celebrando la storia e le gesta di quanti, in passato, portando un cognome italiano, si sono distinti nelle varie fasi dell’evoluzione jazzistica mondiale sin dai primi decenni del ‘900. Presentato, dunque, un progetto legato a due musicisti italo-americani Joe Venuti ed Eddie Lang, fortemente voluto da Vincenzo Staiano, direttore artistico della manifestazione. Sul palcoscenico, insieme alla Halvorson, c’erano la violista Jessica Pavone, il contrabbassista Nick Dunston e il batterista Tomas Fujiwara. La Pavone, di chiare origini italiane, è stata la vera rivelazione della serata, suonando la viola, strumento atipico nel mondo del jazz. Molti i riferimenti allo stile e alla musica di Joe Venuti. Dal canto loro, Dunston e Fujiwara hanno fatto la loro parte apportando un tocco d’avanguardia all’esecuzione della produzione originale del Festival, che è stata eseguita in modo impeccabile ed accolta con entusiasmo dal pubblico presente in sala.

Calda accoglienza ed un tripudio di consensi sono stati riservati alla prestigiosa singer statunitense, Rachel Gould, già cantante a fianco di Chet Baker e voce solista dell’orchestra di Woody Herman, nonché moglie del sassofonista italo-americano, di origine calabrese, Sal Nistico coautore del progetto presentato ieri sera al Teatro al Castello in prima mondiale. Il progetto fu registrato in Germania nel 1984 da una formazione guidata dallo stesso Nistico, i cui nonni erano originari di Cardinale in provincia di Catanzaro. La Gould, unica superstite della formazione originale che aveva registrato i brani poi riversati su disco dalla Caligola Records, a Roccella ha confermato le sue eccellenti qualità canore e compositive, che la iscrivono, di fatto, nell’albo d’oro della storia del jazz. La jazz-singer americana ha ricevuto il sostegno di un magnifico e sinergico line-up formato da musicisti italiani di rango: il sassofonista Pietro Tonolo, Marcello Tonolo al piano, Mattia Megatelli al contrabbasso e Mauro Beggio alla batteria. Entrambi i concerti sono stati trasmessi in streaming da Radio Roccella. Nel complesso, giunto alla XLIII edizione, il festival calabrese, può certamente guardare al futuro forte di una tradizione e di un successo che si rinnova di anno in anno e che lo collega alle nuove istanze del jazz contemporaneo, di cui diventa puntualmente palcoscenico e vetrina di livello internazionale.

Jessica Pavone / Mary Halvorson / Nick Dunston