Sono nove storie a metà strda tra noir, racconto, gotico, giallo e horror, in cui, all’interno di uno scenario reale, compaiono, figure immaginarie e mitologiche. Non mancano i riferimenti ad avvenimenti storici e fatti di cronaca realmente accaduti.

ENTRIAMO NEL MONDO DI OPUS ROUGE

OPUS ROUGE appartiene ad una ricca e rinomata famiglia della Provenza che vanta lunghe ed antiche tradizioni, nonché una dichiarata discendenza dal PROFETA NOSTRADAMUS. Fra i suoi antenati figurano importanti medici, avvocati, notai e soprattutto alti prelati, almeno uno per generazione. I genitori, i cui corpi non sono mai stati ritrovati, sono morti in un incidente aereo, proprio il giorno in cui Opus riceveva il sacerdozio. Il velivolo si era, improvvisamente, inabissato in mare all’altezza del misterioso TRIANGOLO DELLE BERMUDE.

Opus abita nella maestosa villa di famiglia, ricostruita intorno ai ruderi di un antico maniero medievale, assieme a BON-BON, un’anziana governante che lo chiama affettuosamente «Rouge» ed un austero maggiordomo scozzese di nome ROBERT McNEAL. I soli a sapere del motivo della sua conversione, oltre a Bon-Bon, sono il fratello MICHEL, il quale vive a Parigi, dove ricopre la carica di alto funzionario al ministero degli Interni ed un vecchio zio materno, JAQUES DE SAINT-REMY, Arcivescovo della città, sempre pronto a sostenerne la causa.

Nella movimentata vita di Opus compare spesso la figura di JAQUELINE LA FONT, donna raffinata ed avvenente, sua sincera e disinteressata amica, ma in passato forse qualcosa di più. Pur essendo rimasta vedova ancor giovanissima, Jaqueline non si è mai risposata, sublimando l’antico sentimento per Opus in una sorta di casto amore fraterno. In gioventù, Opus ha frequentato con diligenza e profitto la facoltà di Giurisprudenza, laureandosi con il massimo dei voti. E proprio quando sembrava destinato a una fulgida carriera forense, alcuni misteriosi eventi lo inducono a cercare, dapprima, rifugio nella fede e nel Signore ed, in seguito, a misurarsi ogni giorno, attraverso un’instancabile lotta, con il MALE nelle sue molteplici espressioni.

NOTE CARATTERIALI ED ESTETICHE

OPUS ROUGE ha un aspetto piacevole e seducente, un fisico asciutto e atletico. I lineamenti del suo viso sono alquanto delicati. È alto all’incirca un metro e novanta. I suoi capelli, di colore fulvo (da qui l’appellativo di «Rouge»), sono lisci e ordinati, corti, ma non militareschi. Quando parla, gesticola con le mani e il capo. Ha un temperamento forte, ma riesce sempre a controllare la sua impulsività. Prima di diventare sacerdote, i suoi atteggiamenti erano tipicamente sprezzanti del pericolo, caratteristica non del tutto sopita, benché tenuta a freno da un sapiente self-control. Egli appare , quasi sempre, sereno, mai preoccupato, soprattutto in presenza di un pericolo: una sicurezza che nasce dalla sua profonda fede.

Egli si mostra riservato, ma cordiale, deciso, ma schivo ad ogni forma di clamore. Parla sempre con tono misurato, sovente venato di un sottile filo d’ironia. Ama i classici della letteratura e del cinema e non disdegna le citazioni. Adora la buona cucina con una particolare propensione per i cibi e i vini italiani. Nonostante le ingenti fortune di famiglia, conduce una vita sobria e appartata. È titolare di una cattedra di Archeologia Cristiana alla Facoltà di Lettere presso la locale Università: oltre alla laurea in giurisprudenza ha conseguito una laurea in Teologia ed una in Lettere Antiche. La giovanile passione per le auto convertibili lo porta alla guida di un vecchio duetto dell’Alfa Romeo. Indossa sempre abiti scuri: camicia, pantaloni e giacca grigio antracite o nera. Dall’asola della giacca spunta sempre un piccolo crocefisso d’oro, sovente non disdegna il tipico colletto bianco da prete cattolico, soprattutto nei luoghi di culto. La sua fama di DEMONOLOGO e di strenuo difensore del BENE, lo vede protagonista in molte avventure, anche al di fuori del territorio francese.

Il suo motto è: «Il diavolo può tutto sulla superstizione, poco sull’intelligenza, quasi nulla sulla volontà e la fede!»

NEL MONDO DI OPUS ROUGE

JAQUELINE LA FONT: Amica d’infanzia. Donna bellissima. Età imprecisata, fra i 35 ed i 40 anni. Alta, slanciata. Occhi chiari e profondi. Capelli castani lunghi e ondulati. Indossa abiti eleganti. Non ostenta ricchezza, ma il suo portamento tradisce una provenienza alto-borghese. Gestisce un’agenzia pubblicitaria. Abita in una lussuosa villa in un quartiere residenziale della città.

MICHEL DE LA CROIX: Fratello maggiore. Alto funzionario del Ministero Degli Interni. Vive a Parigi, ma ritorna spesso nella sua città natale. Ha una moglie americana di nome Amy e un figlio adolescente di nome Claude. Ha un aspetto simile a quello di Opus. Porta due eleganti baffetti e i capelli tirati all’indietro con una stempiatura alquanto marcata. Rispetto al fratello è più basso di statura e leggermente più robusto.

ROBERT McNEAL: Maggiordomo e segretario tuttofare di origine scozzese. Un sessantenne molto distinto e dal portamento signorile. Un nobile decaduto con una passione per le scienze naturali e l’astrologia. Indossa abiti scuri ed eleganti con un inseparabile papillon.

MARIE BONIER: Governante, detta affettuosamente Bon-Bon. Aspetto materno e rassicurante. Età, fra i 55 e i 65 anni. Conosce Opus sin da piccolo, essendo stata già al servizio dei genitori. Non si è mai sposata. Vive da quasi quarant’anni in casa De La Croix. Forse è tra le poche persone che sanno il vero motivo della vocazione di Opus.

JAQUES DE SAINT REMY: Arcivescovo della città, zio materno. Grande studioso di fenomeni occulti e paranormali. Una figura imponente di notevole mole. Guida spirituale di Opus e confessore nei momenti più delicati della sua vocazione. Compare in poche, ma decisive circostanze e sempre in abiti talari.

COMMISSARIO MARTINEL: burbero, ma comprensivo. Un uomo sulla cinquantina, di corporatura robusta, leggermente stempiato e con un baffo assai pronunciato. Dotato di molto acume ed assai temuto dalla malavita locale. Grazie al Nostro riesce a risolvere molti misteri. Manifesta sempre un lieve fastidio quando se lo trova fra i piedi, ma è consapevole di non avere le conoscenze e la cultura di opus per poter sbrogliare talune vicende legate al sovrannaturale. Per questo lo lascia operare liberamente, mostrandogli sempre una certa gratitudine.

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