L’improvvisazione e la sinergia fra i sodali, validi musicisti della scena olandese, sono gli elementi cardine del disco, i quali conferiscono spontaneità ed inventiva ad ogni composizione.
// di Francesco Cataldo Verrina //
Federica Lorusso è un artista singolare nel panorama jazzistico italiano: le sue composizioni ed il suo modus operandi nascono sempre da introspezioni profonde, così come accadeva nel suo album d’esordio del 2022, «Outside Introspections», o da articolate analisi che emergono da esperienze di vita vissuta e da contatti quotidiani con l’ambiente e la realtà circostante, un universo talvolta caotico, i cui pilastri fondanti sembrano essere il rumore assordante dell’incomunicabilità, la velocità, l’inquinamento, le relazioni virtuali, le guerre, l’individualismo e la sopraffazione dei propri simili al fine di ottenere fama e successo. Il risultato finale si sostanzia sistematicamente attraverso quadri emotivi di perforante intensità sonora, infittiti da cromatismi vocali dalle tinte a volte tenui altre più scure e sofferte. Pur rimanendo legato da un cordone ombelicale al precedente, l’album «Incontri» pubblicato dall’olandese Zennez Records, racconta in musica un percorso esperienziale e di crescita maturato tra Bari, L’Aia, Amsterdam e soprattutto New York. Specie, dopo un viaggio di quattro mesi nella Grande Mela, una metropoli inarrestabile e ricca di stimoli, incontro ed opportunità ma, al contempo avvolta in una giungla di problematiche sociali e contraddizioni, che Federica ha liberato i propri demoni creativi componendo buona parte del materiale contenuto nel disco.
La maturazione e la ricerca musicale intima ed estetica hanno portato Federica Lorusso a muoversi su tre principali direttrici di marcia: la relazione fra natura e umanità, la riscoperta della sua parte interiore più fanciullesca e il desiderio di legami autentici e tangibili in un habitat sociale sempre più frazionato ed alieno dai valori reali. L’improvvisazione e la sinergia fra i sodali, validi musicisti della scena olandese, sono gli elementi cardine del disco, i quali conferiscono spontaneità ed inventiva ad ogni composizione: Oltre a Federica Lorusso pianoforte e voce, hanno dato una spinta considerevole al progetto: Līva Dumpe voce; Ketija Ringa Karahona flauto; Tijs Klaassen contrabbasso; Egidio Gentile batteria ed alcuni ospiti speciali come Ben Van Gelder sassofono contralto nella traccia 8 e Claudio Jr De Rosa sassofono tenore nelle tracce 4, 9 e 10. Pur affondando le radici nella tradizione jazzistica, Federica Lorusso e soci lambiscono tutta una serie di metalinguaggi sonori limitrofi, muovendosi agilmente tra fusion, psichedelia, musica contemporanea, rock progressivo e sperimentalismo.
L’opener è affidato a «Price», un componimento duale, in cui il canto nella parte iniziale e finale indugia verso una dimensione più vicina ad una fusion-rock sperimentale, mentre il corpo centrale apporta un cambiamento di mood che si distende su un’atmosfera più propriamente jazz, ricca di cambi di passo, in cui il pianoforte diventa un io-narrante brillante e prodigo di note a grappoli, innescato dal cadenzato groove della retroguardia. «First Thought», è quasi un breve interstizio, poco più di due minuti, un soffio leggero di sonorita sotterranee annunciate dal basso ad arco, che emergono e si mescolano alla voci come gocce di rugiada in un’alba, quando la natura si risveglia. «Between A lightning And A Thunder» si basa sulla sopraffina arte dei contrasti, in cui il fulminante incedere del pianoforte, sembra addolcito dal flauto di Ketija Ringa Karahona che, a sprazzi, trascina il costrutto sonoro in una dimensione quasi eterea, fra squarci di luce e lampi di genio. Nella title-track, «Incontri», adagiata su un tappeto ritmico quasi marciante, compare anche il sax tenore di Claudio Jr De Rosa che sembra dare man forte all’onomatopea canora nelle sue repentine variazioni armoniche, alternandosi al flauto sul rush finale, mentre il pianoforte garantisce un efficace supporto accordale con la correità di basso e batteria che non fanno prigionieri. «Across The Ocean» è volo radente a fil d’acqua fra onde emozionali, pensieri ed esplorazioni, mentre l’impianto ritmico-armonico si srotola come un lungo piano sequenza cinematografico con effetti e giochi vocali.
L’album mette in evidenza la virata artistica della Lorusso, la quale concede maggiore centralità alla sua voce, ponendo l’accento sulla componente vocale ed il canto, che diventano così il nucleo gravitazionale delle composizioni. «I Didn’t Know What Time It Was» Richard Rodgers, uno standard, già cantato da Billie Holiday, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e dalle più grandi interpreti del passato, viene ripreso senza alcun intento calligrafo, ma rinsanguato di contemporaneità, attraverso accentazioni urban-soul e allineato agli assunti basilari del progetto, divenendone parte integrante. «Fantasia» è una canzone dall’aura soffusa, nostalgica e dall’intenso impatto melodico, eseguita in italiano ma proiettata verso talune atmosfere tipiche del jazz nordico. «145th Street», uno dei climax dell’album, risulta alquanto strutturato sul piano jazzistico ed implementato sulla durata di quasi nove minuti, tanto da riportare alla mente taluni componimenti di Chick Corea, soprattutto nel gioco concentrico fra il pianoforte della Lorusso e i fiati: il flauto di Ketija Ringa e sax contralto di Ben Van Gelder. «Stop The Noise, Break The Silence» è una composizione progressiva fatta di cromatismi dai colori scuri, ma arricchita da un canto lirico e da screziature classicheggianti, con un finale che i sax tenore consegna agli atti come una ballata dai contrafforti soulful e dalla melodia struggente. «Utviklingssang», di Carla Bley, che in norvegese significa, più o meno, «canzone di sviluppo» rappresenta un omaggio diretto al jazz scandinavo con il convincente sax tenore di Claudio Jr De Rosa che fa pensare ad un giovane Jan Garbarek. «Incontri» di Federica Lorusso è una presa e un flusso di coscienza che esala dal profondo di ogni singola nota suonata e di ogni melodia intonata, attraverso il racconto armonizzato di storie e di uomini, di mondi vicini e lontani, tra passioni, speranze, sogni e desideri.

